Punizioni bambini: Quante volte di fronte a tuo figlio che ha l’ha combinata per l’ennesima volta ti sei chiesta se è giusto o meno punire i bambini?
Molte mamme, ma anche molti papà se lo chiedono, soprattutto se per l’ennesima volta hanno rimproverato o messo in punizione il proprio bambino senza ottenere nessun risultato significativo.
Alcuni bambini si trovano spiazzati di fronte alle richieste degli adulti e spesso si dimenticano o non rispettano proprio le regole.
Perché lo fanno?
Perché i genitori si arrabbiano?
Cosa sarebbe la cosa giusta da fare?
Molte volte i genitori
- urlano,
- si arrabbiano e
- puniscono i loro figli
se vedono che questi non rispettano le regole che loro gli hanno imposto.
Ma le punizioni servono a qualcosa?
Secondo molti esperti le punizioni servono solamente a placare la frustrazione del genitore e, spesso, hanno come risultato quello di mortificare il bambino.
In questo modo il genitore pretende di educare il proprio figlio con la paura invece che con l’esempio.
Secondo il pedagogista Daniele Novara punire i bambini nella maggior parte dei casi non serve a nulla. Spesso infatti i genitori agiscono sulla base dell’impulso e dell’orgoglio personale,
cioè puniscono i propri figli perché non si sentono rispettati o perché non vogliono apparire incompetenti di fronte agli altri genitori.
Cosa succede dal punto di vista emotivo?
Più che chiedersi se è giusto punire o meno i bambini è doveroso sapere che i bambini molte volte non capiscono.
Daniele Novara ci dice che un bambino ha bisogno di chiarezza perché ripone totale fiducia nei genitori. Ma nel momento in cui questi lo puniscono comincia a sentirsi emotivamente confuso.
Perché molti genitori sbagliano approccio educativo?
Molti genitori non comprendono un errore fondamentale:
cedere all’equivoco del genitore amico.
L’educazione dei bambini ha bisogno invece di nuove consapevolezze e non di basarsi su un’educazione di vecchio stampo basata appunto sulla paura.
I bambini di una volta insomma, non obbedivano per rispetto, ma per timore.
Di cosa hanno bisogno veramente i bambini?
Tutti bambini hanno bisogno
di routines che diano loro sicurezza, di orari, di situazioni consolidate, di abitudini per i pasti.
Spesso non capiscono il nervosismo dei genitori ma comprenderebbero più facilmente se qualcosa gli venisse spiegato con parole semplici e pratiche, più che come una propria mancanza.
Manca invece il dialogo tra i genitori per costruire una buona organizzazione dell’educazione dei figli.
Mamma e papà, insieme o separati insomma devono parlare di più per decidere cosa è meglio per il proprio bambino, senza lasciare spazi di decisione al bambino. Spesso i bambini non sono in grado di prendere decisioni che spettano agli adulti
Un punto di riferimento preciso concordato tra i genitori stessi
Cosa fare se un bambino continua non rispettare le regole e fare ciò che fa arrabbiare i genitori?
1. Prima di tutto è bene ricordare la regola che esiste e che non si rispetta, ma in maniera pacata e tranquilla, poi secondo il pedagogista e scrittore Novara è consigliabile utilizzare una tecnica che lui chiama silenzio attivo: sospendere la comunicazione per un po’ di tempo (5/10 o 15 minuti a seconda dell’età). Non gli si parla più, è come un semaforo rosso: un tempo nel quale il bambino può riflettere
2. La giusta distanza educativa è quella in cui ognuno fa ciò che è più adeguato al proprio ruolo: genitore, bambino. Il genitore non può essere un amico ma deve essere un adulto a cui il bambino si deve sentire di poter fare riferimento quando ha bisogno e riconoscerlo come una figura capace e autorevole.
3. Dare comunicazioni operative e concrete in base alla loro età
I bambini non riescono a seguire dei ragionamenti ma hanno bisogno di spiegazioni semplici e pratiche, di condivisioni di esperienze. Spesso i bambini hanno bisogno di “vedere” mentre i genitori sono troppo “mentali”.
La ricetta è semplice: usiamo regole chiare nell’infanzia e regole negoziate nell’adolescenza, non comandi che incitano i bambini a disobbedire.
In altre parole basta utilizzare l’intelligenza emotiva!
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