Il disturbo fonetico-fonologico riguarda la capacità di riprodurre correttamente i suoni del linguaggio e metterli insieme in modo fonologicamente appropriato.
In pratica è un disturbo dell’area della comunicazione che si può verificare nel 10% dei bambini tra i 2 e i 6 anni.
Cosa significa quindi?
Quando siamo è in presenza di questo disturbo il bambino produce i suoni della sua lingua (detti fonemi) in modo scorretto per la sua età.
Come si manifesta?
Questo disturbo può manifestarsi in diversi modi:
- come difficoltà nella pronuncia,
- omissione o sostituzione di suoni,
- nella strutturazione delle parole.
Nei bambini, il disturbo fonetico-fonologico può influenzare il linguaggio e le abilità comunicative,
Questo può portare a possibili ritardi nello svolgere dei compiti o problematiche nell’esperienza scolastica, in particolare nelle relazioni tra pari.
Quali sono le cause e le manifestazioni del disturbo fonetico-fonologico nei bambini?
Le cause del disturbo fonetico-fonologico possono essere tantissime e spesso sono anche legate tra loro.
Tra queste, abbiamo:
1. Fattori biologici: cioè esisterebbe una predisposizione genetica al disturbo fonetico-fonologico,
2. Fattori ambientali: ad esempio, se un bambino non riceve input linguistici dai genitori o dagli educatori.
3. Fattori emotivi e relazionali: un clima familiare o scolastico caratterizzato da tensioni, conflitti o scarsa attenzione alle esigenze comunicative del bambino
Come puoi capire da genitore se sei di fronte ad un disturbo fonetico-fonologico?
Il disturbo fonetico-fonologico può manifestarsi in diversi modi, in base alle specifiche difficoltà del bambino e delle sue caratteristiche.
Però puoi notare alcuni segnali:
1. difficoltà nella pronuncia: il bambino può presentare problemi nel produrre correttamente alcuni suoni del linguaggio, come le consonanti fricative (ad esempio, “s” e “z”) o le consonanti liquide (ad esempio, “l” e “r”).
2. omissione o sostituzione di suoni: il bambino può omettere alcuni suoni all’interno delle parole (ad esempio, “casa” pronunciata come “ca’a”) o sostituire un suono con un altro simile (ad esempio, “gatto” pronunciato come “datto”).
3. problemi nella strutturazione delle parole: il bambino può manifestare difficoltà nel combinare i suoni in sequenze fonologiche appropriate, producendo parole alterate o non comprensibili. Ad esempio, può invertire l’ordine dei suoni all’interno delle parole (“tavolo” pronunciato come “vatolo”) o aggiungere suoni non pertinenti (“cane” pronunciato come “canete”).
Quali sono le possibili strategie di intervento
La cosa importante è intervenire
- precocemente
- in modo mirato
- con strategie di supporto specifiche.
Non solo! Prima di intervenire è sempre meglio escludere altri fattori, come anomalie a livello del sistema nervoso centrale.
Il supporto emotivo
Come genitore è importante che sostenga il tuo bambino nella crescita. Ma soprattutto puoi aiutarlo a superare questo particolare momento.
In particolare condividendo qualche esercizio e senza fargli pesare la situazione.
Tranquillo! Ci pensa il logopedista! Con una serie di esercizi e una strategia mirata, riuscirà a correggere eventuali anomalie nella pronuncia dei più piccoli.
Non solo! Nella maggior parte dei casi potrà dare dei compiti da fare anche a casa da fare sia da solo, sia in tua compagnia, sia con l’aiuto di un adulto esterno.
Vedrai! Alcuni esercizi sono anche molto divertenti e potrete condividere tanti momenti di leggerezza e risate.
Ma se per qualche motivo non riesci a portarlo agli appuntamenti con la logopedista o non riesci a fare gli esercizi insieme alui o a lei?
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